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Diabete nel gatto

Nell’ultimo post abbiamo affrontato il tema del diabete nel cane, considerando tutte le informazioni utili per la corretta gestione di un cane diabetico, da parte di noi proprietari. Per quanto riguarda il gatto, rispetto al medesimo argomento, si deve rilevare che anche il nostro amato felino può risultare interessato dal diabete mellito.

Nel gatto è possibile riscontrare sia il diabete di tipo I che il diabete di tipo II. Il diabete di tipo I è quello in cui non viene prodotta un’adeguata quantità di insulina da parte delle cellule pancreatiche, rendendo cosi difficile il mantenimento di adeguati livelli di glucosio nel sangue.

Il secondo tipo è il diabete di tipo II, rilevato con maggiore frequenza soprattutto se parliamo di gatti obesi o sovrappeso (condizione purtroppo troppo frequente tra i gatti domestici). Il nostro gatto con diabete di tipo II mostrerà un’importante difficoltà a utilizzare lo zucchero come fonte di energia. Questa forma di diabete è infatti caratterizzata da una alterata funzionalità dei recettori cellulari che dovrebbero permettere alla cellula di legare l’insulina, consentendole cosi di svolgere il suo compito.

Se questo non potrà avvenire, e l’insulina non riuscirà a produrre i suoi effetti, compariranno seri e pesanti sintomi fino a manifestare quadri patologici significativi ed eclatanti. In questo caso, infatti, al contrario del caso di diabete di tipo I, l’insulina sarà adeguatamente prodotta, ma sarà l’organismo a non riuscire ad utilizzarla nel metabolismo degli zuccheri. Non è ancora ben conosciuta l’eziologia diabetica, ma si conoscono numerosi fattori che possono essere collegati all’insorgenza della malattia o aumentare il rischio di diabete. I fattori che più comunemente sembrano concorrere nel caratterizzare il diabete del gatto sono:

  • razza: la razza di gatto più predisposta è la Burmese;
  • sesso: nel gatto, i maschi castrati sono quelli più a rischio;
  • condizione corporea: gli animali in sovrappeso o obesi hanno una maggiore tendenza a sviluppare il diabete; 
  • età: i gatti, e gli animali in genere, possono contrarre il diabete a qualsiasi età, ma il picco di insorgenza si ha nel gatto anziano, intorno agli 8 anni (anche se si può manifestare anche nella sua forma giovanile);
  • cambiamenti ormonali;
  • pancreatiti croniche.

Una peculiare caratteristica dei gatti è la loro grande resistenza, il loro carattere forte e deciso, che troppo spesso diventa un ostacolo per comprendere il malessere del nostro amico. Ecco perché è cosi importante riuscire a capire e riconoscere i segni premonitori di una patologia e ad esempio, di una patologia diabetica.

Potremmo iniziare a notare dei sintomi più o meno manifesti, come ad esempio un aumento della sete, un aumento della quantità e della frequenza di minzione e variazione dell’appetito, che inizialmente aumenta e solo successivamente diminuisce. I primi segnali di allarme ci devono fare insospettire, ma sarà utile fare una visita medica per confermare lo stato patologico.

Il medico provvederà a visitare l’animale ed eseguire, qualora lo ritenga necessario, le analisi adatte per una diagnosi di conferma. La diagnosi di conferma viene realizzata con il riscontro di: 

  • iperglicemia (aumentato livello di zucchero nel sangue);
  • glicosuria (perdita di glucosio con le urine);
  • aumento di fruttosamine nel sangue (che sono proteine che si legano in modo irreversibile al glucosio e pertanto aumentano in corso di iperglicemia).

Una volta effettuata la visita e ottenuta la conferma diagnostica della patologia, il nostro medico procederà stabilendo un adeguato programma terapeutico per il nostro amico e ci consiglierà come procedere e cosa fare per una corretta gestione domestica e quotidiana della patologia. Ci potrà prospettare la possibilità di eseguire noi stessi, a casa, la somministrazione della terapia, mostrandoci adeguatamente tutti i passaggi da seguire e le indicazioni da rispettare.

Il nostro veterinario ci indicherà, inoltre, di prestare particolare attenzione soprattutto alla alimentazione del nostro gatto, che risulta estremamente rilevante. L’alimentazione del gatto diabetico è infatti un elemento fondamentale nella gestione della malattia e di indispensabile rilievo nell’ottica della qualità e aspettativa di vita del nostro amico. Sarà fondamentale rispettare le indicazioni medico veterinarie su quella che sarà la dieta ideale per il nostro amico a livello e in termini quali-quantitativi.

La formulazione ideale è costituita prevalentemente da un’alimentazione ricca di proteine e povera in carboidrati. Sarà possibile ritrovare un piano alimentare preciso e adeguato per il nostro amico e per le sue esigenze di vita, mantenendo contestualmente una certa regolarità della stessa, ricorrendo al cibo commerciale indicato proprio per questa condizione, in modo da affidarci ad una formulazione corretta, ben studiata per questo tipo di problema. A tale proposito, un valido aiuto e un concreto supporto per la gestione alimentare del nostro gatto potrebbe essere quello di avere un piccolo diario alimentare in cui segnare: quantità di cibo assunta, quantità di acqua consumata nell’arco delle 24 ore e periodicamente riportare il peso del nostro gatto. Cosi sarà più agevole e semplice un monitoraggio puntale e attento. Può risultare utile redigere un diario del genere anche per indicare e riferire orari e dosi della terapia, per monitorare sempre con precisione ii vari passaggi della cura.

Il medico indicherà inoltre, come parte integrante della terapia per contrastare il diabete, anche un’adeguata attività fisica e la prevenzione dell’obesità. Sappiamo infatti che un gatto diabetico deve prima di tutto combattere l’obesità e il sovrappeso. L’obesità infatti tende ad avere degli effetti negativi soprattutto perché tende a contrastare l’utilizzo dell’insulina da parte dell’organismo.

Attraverso la terapia medica mirata, mediante la nostra amorevole collaborazione con le attenzioni domestiche e giornaliere, aumenteremo di molto l’aspettativa di vita del nostro gatto diabetico. Infatti, un gatto in cui è stata eseguita una diagnosi precoce che viene curato, trattato, sottoposto ad un regolare e salutare stile di vita e sottoposto a regolati controlli medici di monitoraggio della patologia e della terapia, risulta avere una migliore aspettativa di vita. 

Chiaramente, a rendere peggiore quest’ultima a compromettere la qualità della vita, è il riscontro di patologie concomitanti che non faranno altro che rendere più difficile l’intero quadro patologico e clinico.

Tra le complicanze più comunemente associate al diabete, ci sono:

  • chetoacidosi diabetica;
  • indebolimento e debolezza degli arti posteriori;
  • cataratta diabetica (molto più frequente nei cani, ma possibile anche nei gatti).

Anche in questo caso quindi, parlando di gatti, possiamo comprendere quanto sia importante il nostro ruolo nel successo della terapia e nella possibilità di migliorare la vita del nostro amico; quanto, infine, la consapevolezza e la precisione siano fondamentali per sperare di potercela fare. Come sempre, come in ogni caso, l’amore passa dall’attenzione.