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Le crisi epilettiche nel cane: cure e rimedi

Crisi epilettiche nel cane

L'epilessia da sempre è un fenomeno medico fortemente dibattuto, le prime segnalazioni in campo umano, ancor prima di classificarla come malattia, risalgono a scritti di origine mesopotamica, babilonese, indiana, egizia e cinese. è nel Rinascimento che le cose iniziano un po' a cambiare in quanto viene abbandonata la concezione secondo cui la manifestazione dell'evento parossistico è legato ad una possessione demoniaca e iniziano a comparire le prime descrizioni negli animali. In medicina veterinaria l'epilessia è considerata la più comune patologia neurologica a carattere cronico che colpisce il cane; viene stimato che circa lo 0,6-0,75% della popolazione mondiale canina è affetta dall'epilessia.

Cosa sono le crisi epilettiche?


Una crisi convulsiva può essere definita come un fenomeno aspecifico, parossistico (fenomeno più o meno violento) e anormale che colpisce l'organismo. Una crisi convulsiva epilettica è la manifestazione clinica di una anomala attività neuronale, eccessiva e ipersicrona della corteccia cerebrale. Quindi una crisi convulsiva epilettica ha una specifica origine neurologica. Le crisi epilettiche, o crisi convulsive epilettiche, vengono quindi definite come un fenomeno transitorio di sintomi dovuti ad un'anomala attività neuronale eccessiva del cervello.

Il cervello è un organo in costante equilibrio tra inibizione ed eccitazione. Quando questo equilibrio si rompe, per una serie di cause, si verifica una scarica neuronale sincrona, improvvisa e involontaria. Con il termine epilessia, si definisce una malattia cronica dell'encefalo caratterizzata dal ripresentarsi di crisi convulsive epilettiche, nel tempo. Una crisi epilettica può essere suddivisa in diverse fasi, che si verificano quasi sempre, tutte e nella stessa maniera. Solo il proprietario più attento e ben istruito riesce a riconoscerle. La prima fase è quella che il proprietario riesce quasi sempre a riconoscere, poichè è in questa fase che iniziano ad insorgere dei cambiamenti, sempre uguali; essa è definita pre ictale o prodromo. è in questa fase in cui i soggetti colpiti si possono presentare più ansiosi, alla continua ricerca del proprietario, manifestano un'aumentata tendenza a nascondersi. Possono seguire degli atteggiamenti steriotipati, durante i quali il cane tende ad andare in giro per casa o a vocalizzare. Questa fase può durare ore o giorni prima della comparsa della crisi vera e propria.

Quando questa si manifesta, ci si trova nella fase ictale, che è caratterizzata da movimenti dei muscoli, tonici e involontari, e di solito durano alcuni secondi, massimo minuti. Quando il fenomeno cessa si passa alla fase post-ictale, anche questa può durare minuti o giorni. In questo arco di tempo il cane può sviluppare dei comportamenti inusuali, si può presentare disorientato, con inappropriata attività intestinale o vescicale. Viene registrata fame e sete alterata e si possono riscontrare deficit neurologici quali debolezza, cecità e disordini sensoriali e motori.

Tipologie di crisi epilettiche

La prima classificazione delle crisi si basa sulla durata dell'evento stesso.

Vengono definite:

  • autolimitanti quelle crisi che si presentano isolate;
  • a grappolo quando nell'arco delle ventiquattro ore si verificano 2 o più crisi ben distinte l'una dall'altra;
  • stato epilettico quando ci sono più crisi ripetute che però non possono essere distinte le une dalle altre fino a sembrare una unica interminabile crisi. Questa fase è una vera e propria emergenza neurologica per la quale è necessaria la corsa dal veterinario e l'ospedalizzazione.

Ulteriore distinzione viene fatta all'interno di ognuna di queste categorie; le crisi possono ancora essere suddivise in focali, quando coinvolgono un solo muscolo o un gruppo limitato, o generalizzate, coinvolgono tutto il corpo. Ancora le crisi epilettiche generalizzate a loro volta sono suddivise in tonicocloniche, cloniche , miocloniche, atoniche o assenze.
Le crisi epilettiche tonicocloniche sono le più diffuse e sono caratterizzate da alternanza di contrazioni motorie con ipertono muscolare e fasi cicliche di contrazione-rilasciamento muscolare. Le forme cloniche invece sono caratterizzate dal continuo alternarsi di contrazione e rilassamento muscolare. Le miocloniche, sono invece definite così poichè la crisi è visibile solo mediante la contrazione di alcuni fasci muscolari. Le crisi atoniche sono rare nel cane e sono definite così poichè si ha perdita del tono muscolare. Le assenze invece sono forme di epilessia caratterizzate da alterazioni comportamentali che non si traducono in una risposta fisica.

Quali sono le cause e i sintomi di una crisi epilettica?

Le cause dello scatenarsi di una crisi epilettica sono varie. Con il termine di "epilessia viene definita una malattia cronica dell'encefalo caratterizzata dal ripresentarsi di crisi convulsive nel tempo. L'Epilessia idiopatica (EI), o primaria o genetica, viene definita come un tipo di epilessia che non riconosce nelle sue cause scatenanti alterazioni strutturali o metaboliche ed ha, tra le sue caratteristiche fondamentali, una determinata età di insorgenza, generalmente tra i 6 mesi e i 6 anni. La maggiornparte dei soggetti con crisi epilettiche risulta avere questa forma. Altre cause di crisi epilettiche sono da ricercvare in alterazioni metaboliche a carico di fegato e reni, a problematiche di origine infiammatorio\infettivo e a fenomeni degenerativo\neoplastico.

Diagnosi e cura

La diagnosi avviene dopo un lungo iter. Il primo passo sicuramente è quello di portare il proprio cane dal veterinario che in base a quelle che sono le sue competenze, affronterà direttamente l'iter o deciderà di rimandare il caso ad un veterinario che si occupa di neurologia. Il secondo passo prevede sicuramente la richiesta di esami del sangue e di una prima diagnostica per immagini, quali una ecografia addominale o una radfiografia. Giunti a questo punto si possono avere già le prime risposte. L'ultimo passo prima di avere la diagnosi definitiva è, nel momento in cui i tasselli ancora non combaciano,la diagnostica per immagini avanzata, preferibilmente un Risonanza Magnetica. Una volta ottenuta la diagnosi definitiva, il veterinario deve iniziare una terapia sia giornaliera che di emergenza.

Cosa fare e cosa non fare durante una crisi per aiutare il cane

Durante una crisi epilettica le cose da fare sono davvero poche. Purtroppo è una patologia la cui manifestazione clinica si ripeterà più volte nell'arco della vita del nostro cane epilettico. Innanzitutto il proprietario prima di gestire la crisi del proprio cane deve imparare a gestire la propria ansia e paura. Infatti i cani percepiscono già di loro che qualcosa di anomalo sta succedendo e percepire il panico del proprietario potrebbe solo aggravare la situazione. Il proprio veterinario deve sempre prescrivere nei soggetti con epilessia un farmaco "salvagente" per il proprietario, un farmaco tale da poter spegnere la crisi sul nascere e poter dare il tempo di contattare il veterinario.