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Rabbia nel cane

La rabbia è una gravissima zoonosi, cioè una malattia che si può trasmettere da animale a uomo mediante il morso di animali infetti. La saliva può infatti veicolare il virus, permettendone la penetrazione transcutanea a seguito della lacerazione dei tessuti. Questo può avvenire, ad esempio, nel caso di un morso o mediante contatto della stessa saliva di animali infetti con le mucose o cute non integra dell’uomo. Si tratta di una malattia ad esito letale, che colpisce il sistema nervoso centrale dei mammiferi.

La patologia ha eziologia virale ed è sostenuta da un virus della famiglia Rhabdoviridae e genere Lyssavirus. Si tratta di virus con forma a proiettile, labile nell’ambiente esterno, sensibile ad una vasta gamma di disinfettanti e dotato di ottima immunogenicità. Si tratta di una malattia che colpisce tutti i mammiferi selvatici, soprattutto volpi, tassi ed erbivori selvatici e mammiferi domestici tra cui cani e gatti, furetti, bovini, equini, ovi-caprini.

Dal punto di vista epidemiologico, l’Italia è stata per anni un paese indenne dalla rabbia, ma negli ultimi anni questa è ricomparsa nel nord est del nostro Paese, a seguito dell’evolversi dell’epidemia nei vicini paesi dell’est. Circa dal 2008-2009 infatti la rabbia è riscontrabile nelle regioni di Friuli Venezia Giulia, Veneto e nella Provincia Autonoma di Trento. Questo ha reso necessario l’interesse delle autorità sanitarie, che risultano fortemente impegnate nella sorveglianza, monitoraggio e vaccinazioni obbligatorie per gli animali domestici, e vaccinazione orale per i selvatici, al fine di contenere il contagio e chiaramente prevenire la diffusione della patologia nel resto del Paese. 

rabbia cane

In caso di contagio, il periodo di incubazione varia moltissimo, ed è infatti compreso tra 10 giorni e diversi mesi. Una così ampia variabilità dipenderà da vari fattori tra cui: quantità del virus, sensibilità della specie, zona in cui è avvenuto il morso ed in particolare distanza che c’è tra il punto di entrata del virus e i gangli nervosi. Trattandosi infatti di un patogeno che si muove lungo il sistema nervoso, un morso dato in una zona ad elevata innervazione, come ad esempio punta delle dita, labbra o viso, avrà una pericolosità maggiore rispetto ad un morso inferto in zone a minore innervazione. In questo secondo caso infatti una carente innervazione comporterà notevoli difficoltà di diffusione del virus e pertanto una minore contagiosità. 

I sintomi clinici della rabbia sono molto vari. Si avvertono inizialmente delle turbe psichiche, neuromuscolari, e dell’appetito (il cane tende ad ingerire tutto quello che trova).

In particolare la sintomatologia clinica degli animali domestici è diversa rispetto a quella dell’uomo. 

Per quanto riguarda l’uomo infatti, si distinguono tre forme cliniche: forma classica, caratterizzata da febbre, dolori diffusi, cambiamenti del comportamento. Tra questi ultimi si evidenziano: ansia, irritabilità, idrofobia, ipereccitabilità, contrazione muscolare, allucinazioni; forma paralitica, invece, si realizza una paralisi flaccida (i muscoli non riescono a contrarsi) che inizia dalla zona morsicata ed infine forma furiosa in cui l’esordio è simile al delirio ed è caratterizzato da una evoluzione molto rapida.

Nel caso invece dei nostri animali domestici, si rinvengono tre stadi: prodromico, furioso e paralitico. Analizziamoli singolarmente.

Stadio PRODROMICO: dura 2-3 giorni, l’animale manifesta un cambio del comportamento, infatti animali docili, diventeranno aggressivi e viceversa.

Stadio FURIOSO: dura 1-3 giorni. In questo stadio l’animale mostra uno sguardo apprensivo, dilatazione delle pupille, aggressività verso oggetti animati ed inanimati tanto da poter arrivare alla rottura di denti e labbra ingoiando pietre e legno.

Stadio PARALITICO che ha una durata di 1-2 giorni in cui l’animale resta quieto con lo sguardo apprensivo, si realizza una paralisi al quarto posteriore, alla terza palpebra e alla lingua e si assiste ad una perdita di saliva.

La morte del soggetto si realizza entro 3-7 giorni dopo lo stadio prodromico. 

Purtroppo l’esito di tale patologia è di norma funesto e infatti non esiste una cura per la rabbia. L’unico modo per evitare di contrarre la malattia è infatti la prevenzione. Per quanto riguarda gli animali domestici, la vaccinazione preventiva è in genere facoltativa e risulta invece obbligatoria nei comuni a rischio di rabbia silvestre e cioè nei casi e nelle zone in cui la malattia è circolante nella popolazione animale selvatica. Pertanto spetterà al medico veterinario stabilire e consigliarci quella che è la terapia profilattica più adeguata in dipendenza della specifica posizione geografica e condizione epidemiologica in cui ci troviamo. 

Ricordiamo inoltre che ciò sarà anche valido nel caso in cui portiamo il nostro amico in vacanza con noi in una zona a rischio rabbia. In questo caso infatti sarà indispensabile consultare il medico veterinario di fiducia, che provvederà ad eseguire un’attenta profilassi e registrare l’avvenuta vaccinazione sul libretto sanitario e\o passaporto. Sarà inoltre fondamentale assicurarsi che nel momento in cui  l’animale giungerà nelle zone interessate dalla rabbia, sia già stato vaccinato da 21 giorni.

Se ci dovessimo trovare in vacanza con il nostro amico in queste zone a rischio, sarà fondamentale adottare semplici precauzioni per evitare l’esposizione al contagio. Prima tra tutte quella di evitare di avere contatti con animali sconosciuti, anche se si dovessero mostrare socievoli, e condurre il cane sempre con il guinzaglio e quindi impedire al nostro amico di prendere contatto con animali selvatici. In ogni caso sarà necessario segnalare al medico qualsiasi avvenuto contatto o qualunque cambio di comportamento del nostro amico.

Nel caso in cui però, malgrado la prevenzione, dovessimo essere aggrediti o morsi da animali selvatici o domestici in territori a rischio, sarà fondamentale lavare subito la ferita e recarsi immediatamente al pronto soccorso per la medicazione e le cure specifiche. Il medico, se lo riterrà necessario, somministrerà il trattamento antirabbico post contagio. Il trattamento antirabbico post esposizione è da iniziarsi al più presto dopo il presunto contagio. Sarà importante la tempestività per impedire il danno neurologico. In aggiunta a questo è necessario sottolineare che sarà fondamentale fornire informazioni utili a individuare l’animale, soprattutto se domestico, affinché possa essere sottoposto alla sorveglianza per 10 giorni da parte dei servizi veterinari delle aziende sanitarie locali, per verificare l’eventuale comparsa della malattia e stabilire il da farsi. 

In base a quanto detto quindi è necessario effettuare un’attenta a precisa prevenzione nei confronti della rabbia, considerando appunto che il medico sarà come sempre il nostro prezioso consigliere e ci permetterà di viaggiare in sicurezza. Sarà necessario eseguire e rispettare quanto da lui stabilito per poter portare il nostro amico sempre in vacanza con noi.