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Cos'è la castrazione?

La castrazione nei cani e nei gatti: pro e contro

La castrazione e la sterilizzazione sono due pratiche attuate per il controllo delle nascite e ridurre il fenomeno del randagismo. La castrazione e la sterilizzazione consistono nell’asportazione di una parte dell’apparato riproduttivo dell’animale. In questo articolo ci occuperemo della castrazione e capiremo quante tipologie esistono e quali sono i pro e i contro. 

Quante tipologie di castrazioni esistono e in cosa consiste?

La castrazione chirurgica del cane e gatto prende il nome di orchiectomia e consiste nella rimozione delle gonadi maschili, i testicoli, sede di produzione del testosterone e degli spermatozoi. L’intervento prevede che l’animale resti digiuno da almeno 12 ore dal cibo e acqua per evitare reflussi durante le procedure anestetiche e chirurgiche.

La castrazione farmacologica (detta anche “chimica”) è invece una castrazione temporanea che consiste nell’innestare nel sottocute del cane un impianto (una specie di chip) contenente al suo interno un principio attivo, che viene rilasciato ed assorbito dall’organismo iniziando ad avere effetto attorno alla seconda settimana dall’inserimento. Questo dispositivo inibisce la sintesi del testosterone che è l’ormone sessuale prevalentemente nel maschio. Il cane per un tempo limitato variabile tra 6 e 12 mesi non mostrerà interesse all’accoppiamento. Data la variabilità nel tempo di questa azione è necessaria la supervisione del medico Veterinario.

Tra le castrazioni va annoverata anche la vasectomia che prevede la chiusura dei dotti deferenti, dei canalicoli che convogliano lo sperma e gli spermatozoi in uretra. In medicina veterinaria però è una pratica poco utilizzata.

L’ orchiectomia deve avvenire quando il cane o il gatto hanno raggiunto la maturità sessuale. Gli ormoni sessuali non sono solamente legati alla sfera riproduttiva, ma sono indispensabili per l’accrescimento e per l’aumento della massa muscolare. Castrarli in età prepubere potrebbe causare gravi problemi di crescita e nel gatto a successivi problemi di ostruzione delle basse vie urinarie.

 Effetti positivi della sterilizzazione

 Nel maschio la sterilizzazione ha valore farla perché:

  • Elimina il rischio di vagabondare e scappare per la ricerca del partner, e riduce il rischio di conflitti e aggressioni. Questo si traduce in una ridottissima probabilità di incidenti automobilistici, ferite da morso e infezioni gravi;
  • Elimina il rischio di insorgenza di tumori testicolari;
  • Elimina il rischio di alcune patologie prostatiche, o comunque lo riduce;
  • Elimina il rischio di provocare alcune neoplasie su base ormonale, quali gli adenomi delle ghiandole anali;
  • Elimina il rischio di contrarre il tumore venereo trasmissibile. Questo tumore è una preoccupante neoplasia causata da un virus contagioso per contatto durante l’accoppiamento che, oltre ad avere crescita e invasività locale, nel 15% dei casi può causare metastasi;
  • Il gatto non marca il territorio e spesso non si allontana dal suo territorio.

Effetti Negativi della Sterilizzazione

Iniziamo ad analizzare gli effetti a lungo termine della sterilizzazione:

  • Effetti sulla prostata
    In passato si riteneva che la sterilizzazione potesse prevenire tutte le patologie prostatiche e soprattutto il carcinoma maligno. Studi più recenti hanno in realtà dimostrato il contrario, osservando un aumento del rischio fino a 4 volte maggiore nei cani sterilizzati rispetto a quelli non operati. Esistono ovviamente delle differenze di razza; quelli maggiormente predisposti risultano essere i Dobermann, i Pastori delle Shetland, gli Scottish Terrier, i Beagle e i Pointer, oltre ai meticci in generale… Interessante sapere che, invece, nei Barboncini, Bassotti e Cocker Americani la sterilizzazione riduceva il rischio rispetto ai maschi interi;
  • Effetti sullo sviluppo di tumori vescicali
    I dati recenti indicano una probabilità di insorgenza fino a 8 volte maggiore di carcinoma della vescica rispetto ai cani interi. Anche in questo caso alcune razze sembrano più soggette come lo Scottish Terrier e il West highland White Terrier, mentre i Barboncini sono meno soggetti a questa neoplasia rispetto ai non sterilizzati. In ogni caso i fattori genetici rivestono un ruolo significativo nello sviluppo di questa pericolosa condizione;
  • Effetti sullo sviluppo di altri tumori
    Nel 2009 una ricerca che analizzava la prevalenza del linfoma nel cane rispetto al sesso e allo stato (ovvero, se intero o sterilizzato) ha confermato questo tipo di rischio cioè, che la sterilizzazione aumenta il rischio di sviluppo del linfoma; in particolare, nel Golden Retrivier la sterilizzazione – prima dell’anno di età – aumenta il rischio di 3 volte; se fatta dopo l’anno di età non c’è alcun aumento del rischio. Un altro studio valutante un altro tipo di tumore, l’Emangiosarcoma di milza, ha affermato che nei cani di razza Vizsla la sterilizzazione dei maschio dopo l’anno di età aumentava il rischio fino a 5 volte, rispetto a quella fatta prima dei 12 mesi di vita. Un altro studio, questa volta sui Rottweilers, afferma che l’incidenza di Osteosarcoma in questa razza aumenta nei cani maschi sterilizzati prima dell’anno di età, con una probabilità fino a 4 volte maggiore rispetto a cani sterilizzati in età più adulta; 
  • Effetti sulle patologie ortopediche
    La sterilizzazione aumenta il rischio di patologie come la rottura del legamento crociato e la displasia delle anche. Alcune razze sono più predisposte di altre, tra le quali i Golden, i Labrador, i Boxer ed il Pastore Tedesco. In queste stesse razze ci sono, però, variazioni; ad esempio il Golden maschio, se sterilizzato prima dell’anno di età, ha un maggior rischio di displasia, rispetto a dopo l’anno; nel Labrador il rischio aumenta invece per la displasia del gomito, mentre nei Pastori Tedeschi il rischio aumenta per la rottura del crociato;
  • Effetti sul comportamento
    Come per la femmina, lo stesso discorso vale per il maschio, ovvero, la procedura non cambia il carattere dell’animale. Eliminando la componente ormonale, vengono modificati solo i comportamenti che hanno un significato sessuale; i comportamenti con significato sessuale eliminabili con la sterilizzazione possono essere, ad esempio, il vagabondare o lo scappare di casa, leaggressioni tra simili e le marcature urinarie. È stato, però, osservato che cani sterilizzati prima dei 6 mesi di età hanno più spesso paure dei rumori e alcuni comportamenti sessuali anomali, come ad esempio il montare oggetti inanimati o le gambe delle persone;
  • Effetti sul peso
    Gli ormoni sessuali regolano l’appetito e il metabolismo dei grassi, motivo per cui gli animali sterilizzati hanno più appetito e sono più soggetti ad accumulare grasso corporeo. Esiste, però, una predisposizione di razza che, indipendentemente dalla sterilizzazione, favorisce l’obesità. Labrador, Golden, Boxer, Pastori delle Shetland, Cocker, Bassotti, Beagle ed alcune razze giganti come Terranova, Bovaro, sono tra le più soggette. Un opportuno regime dietetico, con cibo dosato ed a ridotto contenuto di grassi evita che i nostri pelosi sterilizzati aumentino di peso, a prescindere dalla razza di appartenenza.
  • Ultimo , ma non per importanza , l’orchiectomia è un intervento chirurgico con i suoi rischi procedurali

Come è il decorso post intervento? Normalmente gli animali si riprendono velocemente senza mostrare particolari problemi . Seguiranno secondo prescrizione medica terapie antibiotiche e antinfiammatorie e indosseranno collare di elisabetta o tutine chirurgiche

Quindi che fare? 

Solo dopo aver analizzato ogni singolo aspetto riguardante la sterilizzazione, possiamo trarre qualche conclusione.
Innanzitutto è importante ricordare che tutte queste informazioni non possono né devono essere estrapolate ed applicate a tutti i cani!
Perciò la scelta deve essere ponderata partendo dalla razza, la taglia, l’attitudine, il comportamento attuale, lo stile di vita del cane, l’ambiente dove vive e convivete e, solo dopo assieme al veterinario si può fare una scelta ragionata e giustificata

Nella scelta importante è farsi guidare dal proprio medico e fare scelte ponderate che valutino rischi e benefici a breve e lungo termine.

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